In un precedente articolo cercavo di sensibilizzare chi, apprendendo notizie sul web, le condivide senza fermarsi minimamente un attimo a verificare se la fonte sia attendibile.
L’altro giorno sono rimasto stranito dal fatto che diversi amici su “faccialibro” si indispettivano commentando e condividendo una foto che metteva in guardia sulle composizioni dei dentifrici e dalla possibilità di poterne riconoscere la tipologia attraverso il colore di una tacca posta sull’estremità superiore del tubo, cioè la saldatura.
L’immagine incriminata è questa…
A prima vista si denota una certa costruzione “casalinga” della foto in cui si nota come essa sia ritoccata e che l’aggiunta delle tacche colorate sia stata fatta con scarsa padronanza dei programmi di fotoritocco, se non con alcun utilizzo degli stessi.
Infatti la foto dei dentifrici con cui è costruita questa “bufala” è stata “rubata” da questo blog (http://leanlabo.blogspot.it/2012/01/e-finito-il-dentifricio.html), dove potete ben vedere come non siano presenti le tacche che trovate nella foto precedente (aggiunte ad hoc e neanche tanto bene…).
La verità è che in ogni prodotto in tubo voi troverete delle tacche colorate, spesso di colore scuro, che hanno un’unica e ben definita funzione: sono tacche che permettono ai macchinari che riempiono i prodotti, di poter saldare e quindi chiudere il tubo sempre nella stessa posizione in modo da non andare ad inficiare le stampe e rischiare di avere il nome del prodotto su un lato per esempio. Il colore di questa tacca è spesso un colore scuro per aumentare il contrasto con il colore del tubo e facilitare la sua identificazione da parte del macchinario che lavora tramite un lettore ottico.
E spesso per risparmiare sui passaggi di stampa che vengono fatti sui tubi, esse sono di un colore in comune con le scritte che potete trovare sul prodotto, come per esempio nel dentifricio più a destra dove la tacca è dello stesso colore delle scritte che indicano il numero verde, il quantitativo, etc.
Quindi alla fine non esiste nessun complotto, solo troppa superficialità nel leggere notizie su internet senza perdere due minuti a farsi la domanda: “ma la fonte sarà affidabile?”
Complotti 2.0…